domenica 12 febbraio 2012

MEMORIE DI UN TEMPO : Rosario, deportato a Mauthausen.

Tratto dal mio libro Tante navi tante storie, il racconto di Rosario,calabrese , deportato nel campo di concentramento di Mauthausen in Austria.

"........Rosario? Ebbe una vita movimentata. Direi senza esagerare, molto movimentata e anche poco conosciuta. La guerra prima, i lunghi anni della guerra e le tante peripezie vissute, e il lavoro qui in Argentina poilui, durante la guerra faceva l’autista, o per dirla nel gergo militare, l’autiere. Sembra che sia stato anche il “chofer” , come si dice qui a Buenos Aires, ovvero l’autista, di Mussolini, in quegli anni.
La sua, è una storia ricca di emozioni. Poi, fu autista anche di un grande nome del giornalismo italiano, un inviato di guerra, il più famoso del tempo:Lamberti Sorrentino. Con lui andò al fronte, in Russia. E poi, entrambi, finirono in un campo di concentramento.
A Mauthausen!
Il momento della liberazione nel 1945
Rosario e Lamberti, due vite diverse,ma un comune destino: il terribile Mauthausen - Gusen.Questo, il nome dato ad un gruppo di quarantanove campi e sottocampi di concentramento dei nazisti, situati nei pressi della piccola cittadina di Mauthausen, nell'Alta Austria a circa 20 chilometri da Linz.Mauthausen era stato indicato dal Obergruppenfuhrer delle SS come lager di terzo grado.Il peggiore! 
In questo campo, ci finirono tutti e due: Rosario e Lamberti.Lo stesso Sorrentino,nel suo libro “Sognare a Mauthausen”, racconta le vicende vissute in questo campo. E, le cose incredibili accadute.Sorrentino, fu un grande inviato di guerra. Uno di quelli che il fronte lo videro per davvero, in molte zone del mondo. Fu al seguito di D’Annunzio nell’impresa di Fiume, fece rischiosi viaggi in Argentina e Brasile,per queste sue peregrinazioni in sudamerica lo chiamarono “ Il pampero”, a Buenos Aires diresse anche due giornali in lingua italiana: la Patria e Il Mattino.Era inviato di guerra de, Il Tempo di Roma, quando i tedeschi lo catturarono a Budapest.
A loro,ai tedeschi, non erano piaciuti alcuni articoli che Sorrentino scrisse, prevedendo forse, la loro sconfitta nella seconda guerra mondiale.Campano, di Sala Consilina, Sorrentino, che era anche tenente dell’esercito,a cui era stato assegnato proprio Rosario come autista, prevedeva che prima o poi, i nazisti lo avrebbero messo dentro.Fu così che avvertì Rosario, cui lo legava già, un rapporto di amicizia:
-Rosario, presentati alla Legazione Fascista, ti daranno un foglio di viaggio da Budapest a Roma.Se continui a visitarmi ogni mattina ti pigliano per badoglista, e ti metti nei guai. Ascolta il mio consiglio:squaglia!”
Rosario non se la squagliò, e qualche giorno dopo, le SS li misero con le mani al muro. Entrambi.
Rosario: - Commendatò ! - come usava chiamare Sorrentino – Se lo avessi saputo!-
Fu in quel momento, che iniziò la storia, che Lamberti Sorrentino, poi, trent’anni dopo, raccontò.
I due, prima vennero portati nella prigione di Lanzendorf, piccolo comune della bassa Austria. Poi, qualche giorno dopo , insieme ad altri prigionieri, a Mauthausen.
Qui, c’era di tutto e di ogni parte. Tedeschi, polacchi, ebrei, spagnoli, russi e italiani.
Rosario, finì presto al magazzino vestiario. Un posto niente male, rispetto ad altri. Lì, avrebbe goduto di un minimo senso di libertà.
E gli altri posti? Quali erano, che c’era di terribile in quel Campo?
Glielo spiegarono bene. Fin troppo bene, visto che Rosario di corsa ringraziò la” Madonna del Carmine”.
Gli avevano parlato delle famose cave di pietra di Mauthausen. E, degli ancora più famosi 186 gradini, che i detenuti dovevano salire con blocchi di pietra pesantissimi, sino alla cima.
Alla cave, indirizzavano i preti, gli intellettuali, gli artisti. Era il Kommando peggiore.
A Sorrentino, infatti, avevano consigliato di non dire che Rosario era sua autista:
“Vi separerebbero subito. Se Marasco è meccanico , potrebbero inviarlo al reparto dei Mechaniker,anche quello un commando diciamo buono”.
“Io vado con lui, siamo insieme da tre anni” aggiunse Rosario.
“Nemmeno questo devi dire” fu la risposta che gli diedero.
“Potrebbero pensare che siete coppia fissa, sposati.”
Rosario, sobbalzò, ferito nell’orgoglio di uomo del sud.
“Madonna del Carmine, commendatò, e a noi che piacciono le donne!”.
Sorrentino, raccontò anche questo, nel libro.
Furono ben contenti, insomma, Rosario e Lamberti, di essere in posti migliori. Come soldato del Corpo Automobilistico, Rosario conobbe Lamberti Sorrentino, nell’agosto del 1941.
Scrive, Sorrentino, ancora in “Sognare a Mauthausen”:
Rosario: “ Mi hanno mandato a voi d’urgenza:il sergente Cesano dice che è arrivato un fonogramma del Comando di Tappa di Vienna, con il mio nome, e debbo mettermi al vostro servizio come autista,subito.”
- Come ti chiami e di dove sei?-gli chiede Sorrentino- mi diede la sua bassa di passaggio. Lessi: Rosario Marasco, venticinquenne, autiere, nativo di Cetraro, assegnato al servizio esclusivo del tenente Sorrentino signor Lamberti, corrispondente di guerra del settimanale Tempo-
Cetraro, in provincia di Cosenza, e io sono di Sala Consilina, quindi siamo vicini. Ma dimmi, tu eri già autista quando fosti chiamata alle armi?”
Rosario: “ Eh, guidavo automobili, camion, anche la corriera da Cetraro a Cosenza, qualche volta fino a Reggio. La conoscete la strada per Reggio? Madonna quante curve, discese e salite! Le corriere erano così piene, che mi toccava caricare anche persone in piedi, femmine incinte, bambini. Bè, ci credete? In tre anni di lavoro non ho avuto un incidente, nemmeno un parafango ammaccato.”
Gli dissi: “ Sai Rosario, se lavori con me, da oggi non prendi più la cinquina, sarai sempre in trasferta,e,con l’assegno che ti darò io, guadagnerai mille lire al mese.
-Mille lire?-
-Anche di più. Non mangerai più il rancio, ai tuoi pasti penserò io. Niente più orario di caserma,né più tromba per la sveglia la mattina ,né ritirata la sera!Avrai un permesso permanente in tasca e potrai girare anche di notte.Potrai vestire in borghese, in città. Vestirai la divisa quando sono in servizio. Mangerai il rancio solo quando saremo al fronte…-
- Al fronte?…rimandatemi in caserma!-
Rosario, aveva paura del fronte.
L’amicizia fra i due, si consolidò, durante il tempo della prigionia nel campo .Una prigionia, che durò, sino a quando arrivarono nel campo gli americani. Le SS erano già fuggite.I due, ripartirono da Mauthausen insieme.Poi, dopo tanto tempo, Sorrentino, scrisse questo libro sul campo di concentramento. Personaggio di spicco del libro, fu proprio lui, Rosario, che era uno dei più benvoluti in tutto il campo, essendo riuscito a diventare amico di tutti.
Tant’è che, quando Sorrentino  inviò una copia del suo libro al suo amico, scrisse questa dedica, che ho avuto l’opportunità di leggere:
“A Rosario Marasco,personaggio più ammirato di questo libro, e il più buono e generoso di tutti a Mauthausen. Con amicizia imperitura, il tuo affezionato Lamberti.”

1 commento:

  1. Rosario è fra quegli uomini che poterono raccontare in prima persona la storia vissuta, e subita, nei i campi di concentramento. Non saprei direi se fra i più fortunati...Ci fu chi, uscendo vivo da quell'orribile esperienza disumana, schiacciato da un peso troppo forte da poter sopportare, si suicidò…Il senso di colpa per essersi salvato, a dispetto di chi, invece, non ce l'aveva fatta...Il peso di un ricordo troppo doloroso da poter sostenere…
    Ancora oggi mi domando come la follia di uno solo abbia potuto infettare un intero popolo. Quel popolo era fatto di uomini, e questo è ciò che più mi spaventa.
    Primo Levi scrisse: “Perché se non c’è sole, un prato è come se non fosse verde”…e il colore dell’uomo, in quei campi, in quegli anni, è stato spento…

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